Risorse verdi, ma il Carboon Footprint?
Come ben sappiamo le tecnologie verdi sono fondamentali nella decarbonizzazione mondiale.
Quello che però viene da chiedersi è: guardando al loro ciclo vitale, quanto è marcata la loro carboon footprint?
Ovviamente sappiamo bene che si tratta di risorse low emission, ma davvero hanno una bassa impronta di carbonio?
Se ve lo siete chiesti non siete i soli!
Dati alla mano: il Potsdam Institute for Climate Impact Research parla di Carboon Footprint
Lo stesso interrogativo è arrivato alle porte del Potsdam Institute for Climate Impact Research che ha pensato di mettere insieme un team di ricercatori. Tutti questi studiosi si sono riuniti per dare la risposta corretta.
Il gruppo di ricercatori e scienziati ha pensato di analizzare tutte le moderne soluzioni energetiche verificandone l’impatto ambientale. Non solo si è analizzato il sistema, ma si è anche tenuto conto delle interazioni con lo stesso ambiente. Si sono guardate tutte le parti relative la realizzazione, dunque acquisto di materie prime, produzione, distribuzione, uso, riciclo e dismissione.
Tecnologie verdi o carburanti fossili?
Come forse ci potremo aspettare i carburanti fossili ottengono una pesante sconfitta, eppure non tutte le tecnologie verdi sono esattamente uguali e non tutte possiedono la stessa carboon fooprint. Questo cosa vuol dire? Vuol dire sostanzialmente che non tutte danno lo stesso contributo quando si parla di decarbonizzazione.
Per entrare più nel merito dello studio, riportiamo quelle che sono le parole di Michaja Pehl: ““Entrambe le tecnologie energetiche fossili e non fossili presentano ancora una certa quantità di emissioni di gas serra nel loro ciclo di vita, ad esempio perché hanno bisogno di energia per essere costruite e gestite o perché rilasciano metano come nel caso della produzione di carbone e gas”.
“Tuttavia – prosegue Pehl – abbiamo riscontrato delle differenze sostanziali tra le tecnologie in merito al loro bilancio di gas serra. La produzione di elettricità da biomassa, carbone, gas ed energia idroelettrica, ad esempio, induce emissioni indirette molto più elevate rispetto all’elettricità nucleare, eolica e solare”.
Fotovoltaico e eolico: i migliori sul campo
Grazie a questo studio riusciamo a combinare i punti di forza delle simulazioni legando quelli che sono i dati economici a quelli che sono invece quelli legati al ciclo vitale.
Riusciamo a sfatare il mito del carbone pulito, in quanto secondo le analisi delle emissioni dei futuri sistemi di approvvigionamento low carbon, gli scienziati sono riusciti a scoprire che le centrale elettriche fossili che utilizzano tecnologia CCS (carbon capture and storage) sono responsabili dell’emissione di circa 100 grammi di CO2eq. Per kWh di elettricità prodotta. Dunque fino a 10 volte tanto rispetto a fotovoltaico ed eolico. Questi due particolari sistemi sono infatti quelli che detengono la minore carbon footprint.
“Non esiste un carbone veramente pulito”, così ci spiega Gunnar Luderer, analista presso l’istituto e capo progetto. “La cattura dell’anidride carbonica dalle centrali termoelettriche può ridurre di circa il 90% le emissioni per kWh ma i livelli di gas serra nel ciclo di vita rimangono alti […] Ciò rende sempre più inverosimile che l’energia del carbone possa svolgere un qualche ruolo nel futuro, anche se equipaggiata con impianti di lavaggio del carbonio”.